La Legge n. 12 del 1979 all’art. 1 stabilisce che l’amministrazione del personale delle aziende può essere fatta soltanto da Commercialisti, Consulenti del lavoro, Avvocati, e Associazioni di PMI.
Questi soggetti, che hanno avuto dallo Stato l’esclusiva per la gestione del personale delle aziende, non hanno riservato molto tempo alla sicurezza perché oberati da altri impegni o perché preoccupati dalle responsabilità contenute in questa attività. La loro assenza ha consentito l’ingresso a soggetti che, non essendo autorizzati dalla legge, non sono intervenuti nella gestione dei lavoratori, e soprattutto, non hanno le basi professionali per assistere un problema complicato come è la gestione di una Azienda con dentro la sicurezza sul lavoro.
E così l’Azienda si è trovata sospesa tra chi non è in grado di gestire il Personale, perché non ne ha l’autorità e neanche le capacità, e chi, avendone la capacità (Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Avvocati ) non interviene perché oberato dalle problematiche fiscali, tributarie e assicurative.
Il personale e i Datori di Lavoro sono lasciati soli di fronte ai problemi che gli avvenimenti degli ultimi tempi hanno provocato. E questo non ha favorito la loro crescita culturale che invece era indispensabile per aprire la mentalità alle nuove direttive. La evoluzione del sistema imprenditoriale avvenuta negli ultimi decenni ha modificato il ruolo dei Consulenti del Lavoro e Commercialisti: non viene più richiesto di essere i confidenti del Datore di Lavoro ma di essere i tutori dell’Azienda. Sono loro che, conoscendo le normative, devono garantire il corretto scorrere del lavoro entro i binari voluti dalla Legge. Questo ormai è stato ribadito in più occasioni dalla stessa Corte di Cassazione che ha punito professionisti che invece di tutelare la Legge hanno affiancato il datore di Lavoro in azioni contrarie. Sono loro che con il loro intervento hanno la possibilità di far diventare anche le norme di prevenzione abitudine, consuetudine, motivo di dignità aziendale, come hanno fatto per le regolarità nel versamento di imposte e contributi, sono loro che devono portare il Documento di Valutazione dei Rischi allo stesso livello riconosciuto e preteso per il DURC.
Se nell’ambito della propria rispettabile autonomia i Consulenti del Lavoro, i Commercialisti e gli Avvocati decideranno di non interessarsi a queste problematiche è indispensabile che il Legislatore richieda la necessaria preparazione a chi si vuole inserire negli spazi liberi, che non può essere solo la formazione del Dlgv 81 e degli Accordi Stato/Regioni.
Formatori adeguatamente preparati nelle materie attinenti la gestione commerciale delle aziende costituiranno il primo, fondamentale, passo che promuoverà la maturazione culturale degli organici delle aziende, l’adeguamento silenzioso e costante delle procedure di prevenzione, e la maggiore consapevolezza dei dipendenti facendo diventare la prevenzione una abitudine.
Perché non dobbiamo dimenticare che la Sicurezza consiste nel tutelare i lavoratori senza che essi se ne accorgano.
Questi ultimi decenni hanno portato una vorticosa crescita di problemi: la libertà di cui ha goduto l’attività economica sostenuta dall’impressionante sviluppo scientifico ha invaso territori sempre nuovi per gestire i quali il Legislatore è stato costretto ad emanare sempre nuove disposizioni e questa cosa ha trasformato e frastornato la vita quotidiana di Aziende e Professionisti.
Oggi la vita di ogni PMI che voglia resistere sul Mercato deve essere caratterizzata da un Progetto iniziale e da un successivo Controllo Periodico. In assenza di queste due componenti l’azienda finisce con l’annaspare, improvvisare, e così predispone il terreno a qualche problema. Non dobbiamo dimenticare che molte tragedie sono precedute da comportamenti e situazioni che sembrano privi di conseguenze, ai quali non abbiamo dato la capacità di creare danno, e li abbiamo gestiti con leggerezza fino a che qualcosa di drammatico, dopo, ci ha fatto riflettere.
Le Aziende hanno bisogno di persone che sappiano riclassificare il Bilancio per passare dal Bilancio Fiscale al Bilancio Commerciale, per avere la capacità di calcolare il punto di pareggio, controllare la redditività tramite l’analisi dei diversi fattori che la influenzano, e prevedere il nascere di crisi. A chi è scettico e dubita della necessità di inserire nelle procedure di prevenzione anche questi interventi io dò questa risposta: se dopo centinaia di interventi legislativi e normativi non abbiamo modificato di molto la situazione della sicurezza vuol dire che il problema non stava lì. E dal momento che gli infortuni e le malattie professionali si verificano durante il lavoro è probabile che la loro causa sia nascosta anche nelle pieghe di scelte aziendali che condizionano il modo di lavorare.
Se non diamo per scontato che gli imprenditori siano truffatori ed evasori nati ma cerchiamo di leggere con attenzione le vicende aziendali troveremo che dentro il lavoro esistono anche situazioni silenziose di precarietà, di crisi, di difficoltà, che se non previste e adeguatamente curate finiscono con coinvolgere i lavoratori. Ed è in queste situazioni che molti imprenditori finiscono con l’inserire anche il rischio di incidente nella categoria dei rischi d’impresa.
Soltanto se renderemo migliore la competenza dei Datori di Lavoro e degli stessi dipendenti potremo dare maggiore sicurezza al lavoro. Fare questo vuol dire non considerare un infortunio solo nella sua finale manifestazione ma andare a ricercare le cause che a prima vista non appaiono, perché è probabile che troviamo lì la risposta.